giovedì 26 maggio 2016

da vedere in molise

Senza scomodare i tormentoni del tipo "il Molise non esiste", è facile che questa regione l'abbiate lasciata per ultima nei vostri giri per l'Italia.
Per sanare questa carenza potrebbe bastare un giro 4 giorni e 3 notti, praticamente un ponte.
Per dormire, se non avete preferenze particolari, si può fare base per una notte ciascuna nei tre centri principali: Campobasso, Isernia e Termoli.
Per arrivare, da Ovest si arriva dall'autostrada del sole, uscendo a S. Vittore se si arriva da nord e Caianello se si arriva da Sud.
Da est invece la A14 attraversa direttamente la regione in prossimità della costa.
Considerando di cominciare da Ovest, il primo giorno si può visitare Venafro, poi dare un occhiata a Monteroduni e arrivare a Isernia. Il giorno seguente Agnone, gli scavi di Pietrabbondante, il castello di Pescolanciano, la bellissima Bagnoli del Trigno ed arrivare a Campobasso. La visita del capoluogo può completarsi la mattina seguente, poi dare un'occhiata a Ripalimosani e dirigersi verso Larino. Arrivare a Termoli prima del tramonto per non perdersi il tramonto sui trabucchi (purtroppo molto danneggiati da una mareggiata a novembre 2015). Il quarto giorno si può visitare Termoli. Gli appassionati di montagna potranno inserire Campitello matese e Capracotta, quelli di antichità Altilia (Sepino) e dare un'occhiata alla vicina Boiano. Chi ha più tempo può dare un'occhiata anche al curioso santuario neogotico di Castelpetroso, al castello di Ferrazzano e ai murales di Campobasso, almeno quelli di Peeta a via Liguria e di Blu a via Marche.
Bagnoli del Trigno


Dal punto di vista gastronomico segnaliamo almeno i taralli di Venafro, il caciocavallo di Agnone (i caseifici più famosi sono Di Nucci e Di Pasquo), il brodetto termolese (nei ristoranti Nicolino o Federico II).

Il Molise è visitabile anche in treno. Si perde la libertà di movimento della macchina e probabilmente bisogna ridurre le tappe, ma i treni regionali (senza quindi bisogno di prenotazione) toccano Venafro, Isernia, Boiano, Campobasso, Larino e Termoli.

giovedì 19 maggio 2016

italia sconosciuta: le ciampate del diavolo



Un vulcano spento oggi ma attivo migliaia di anni fa, tre uomini preistorici che camminano sulla lava ancora calda e lasciano impronte dei piedi e, inciampando, anche delle mani. Quando la lava si raffredda le 56 impronte restano, per sempre.
Ciampate del diavolo - Foto di Edmondo Gnerre

Queste in sintesi sono le ciampate (impronte) del diavolo: solo pochi anni fa la spiegazione popolare è stata affiancata da una più scientifica, quando un docente dell'università di Padova ha individuato la famiglia degli uomini delle impronte: homo heidelbergensis.
Si trovano nel parco regionale di Roccamonfina, in provincia di Caserta. Più precisamente in località Foresta nel comune di Tora e Piccilli
Non è chiaro se per la visita bisogna rivolgersi obbligatoriamente all'associazione le orme, altrimenti si rischia di trovare chiuso.
Il consiglio è di non andare all'avventura, perché la vocazione turistica della zona è piuttosto blanda.
Ad esempio se si vuole visitare il ponte romano degli aurunci a Sessa Aurunca, innanzitutto non affidarsi a google maps.
Ponte degli Aurunci - miglior visuale possibile
La strada giusta è la seguente: da porta Cappuccini, prendere via Trieste, non girare a destra su via Travata come consiglia google maps, ma arrivare alla rotatoria e prendere la seconda strada, che è ancora via Trieste, che in questo tratto attraversa un quartiere moderno piuttosto trafficato.
Dopo poche centinaia di metri arriverete a una biforcazione, con l'unico cartello che segnala il ponte.
Prendete la strada a destra, riconoscibile dalla pavimentazione romana.
Passare, con molti sensi di colpa sul tratto di basolato romano e alla fine della strada scoprire che una delle recinzioni fatte con materiale di recupero non nasconde una scorbutica proprietà privata ma direttamente il ponte.
Il ponte è giusto al di là della recinzione
Altre cose da vedere in zona sono il santuario dei lattani, e Carinola, capitale del gotico catalano in Italia, e poco fuori in convento di San Francesco a Casanova con le insolite due finte torri sulla facciata.
Convento di San Francesco a Casanova di Carinola

venerdì 6 maggio 2016

italia sconosciuta: la statua moai a Vitorchiano

In attesa di intraprendere il lungo viaggio verso l'isola di Pasqua, 12 ore da uno scalo europeo per Santiago del Cile, poi altre 5 ore, si può dare un'occhiata all'unica statua moai esistente al di fuori dell'isola.
Scolpita con asce e pietre taglienti da undici abitanti di Rapa Nui, si trova a Vitorchiano, in provincia di Viterbo, in posizione da guardare e vigilare sul paese antico appoggiato sul tufo, in un punto panoramico che è anche piazzola per i camper. Se si trascura l'effetto straniante, e anche il paio di spostamenti che la statua ha subito(prima era nel centro storico), è comunque una curiosità piuttosto affascinante.